Negli ultimi anni stiamo assistendo a un aumento delle problematiche di infertilità o subfertilità nelle coppie in età potenzialmente fertile. Le cause di un mancato concepimento possono essere fisiche (per esempio l’endometriosi nella donna) o psicologiche. Nella maggior parte dei casi troviamo la presenza di entrambi i fattori, fisici e psicologici.
Le coppie, e le donne in particolar modo, vivono il mancato arrivo di un bambino con grande frustrazione, come un fallimento doloroso e per questo sempre più spesso si rivolgono a Centri Specializzati che possano, attraverso l’applicazione delle moderne tecniche di procreazione assistita, aiutarli a coronare il loro sogno di divenire genitori.
Le tecniche di PMA possono essere di tre tipi, a seconda del livello di subfertilità che la coppia presenta.
La IUI (o INSEMINAZIONE INTRAUTERINA) consiste nel prelievo del liquido seminale e nella conseguente iniezione dello stesso nella cavità uterina;
La FIVET (FECONDAZIONE IN VITRO CON EMBRIO TRANSFER) consiste nel prelievo del liquido seminale e degli ovociti, che poi verranno posti a contatto in una provetta in attesa che avvenga la fecondazione; formatosi l’embrione, questo viene inserito nella cavità uterina);
La ICSI (INTRA CELLULAR SPERM INJECTION) , simile alla FIVET, prevede però l’inserimento del liquido seminale direttamente all’interno dell’ovocita.
Ognuna di queste tecniche prevede, come primo passo, una più o meno intensa stimolazione ormonale farmacologica, volta ad incrementare la produzione di ovociti da parte della donna.
Un percorso di PMA è qualcosa di molto impegnativo, non soltanto a livello fisico (si tratta infatti di un vero e proprio bombardamento ormonale), ma anche a livello psicologico. Le coppie che approdano ad un Centro Sterilità, generalmente, hanno iniziato a cercare una gravidanza già da alcuni anni, senza risultati. La continua delusione dell’aspettativa di diventare genitori può aver creato in loro una notevole frustrazione, un senso di inadeguatezza e in certi casi anche rabbia e senso di ingiustizia. Possono considerare le tecniche di procreazione assistita come qualcosa di magico che finalmente porrà fine all’angoscia che il mancato arrivo di un figlio può comportare. Le speranze che vengono riposte in un percorso di questo tipo sono veramente elevate, e proprio per questo motivo spesso viene consigliato alle coppie un sostegno psicologico, anche per aiutarle ad affrontare un eventuale fallimento, che putroppo può capitare. Inoltre, le gravidanze nate grazie a PMA sono molto più a rischio rispetto ad una gravidanza spontanea, sono più alte le percentuali di parti gemellari o addirittura plurigemellari, e anche l’incidenza di malformazioni fetali è leggermente superiore, anche in considerazione del fatto che molte donne arrivano a tentare le tecniche di PMA dopo i 40 anni. Tutti questi motivi fanno del percorso di PMA qualcosa di estremamente delicato, sia a livello fisico che a livello psicologico e rendono a volte necessario un supporto psicologico professionale.